Lettera aperta a famiglie e alunni

Care Famiglie,  cari ragazzi,

Rivolgo a voi parole di appello e di monito per alcuni recenti episodi che inducono a riflettere sulla nostra comunità. Non entrerò nello specifico:  lascio ad altri il facile compito di puntare il dito con il verdetto di condanna. Mi urge, tuttavia, tratteggiare una premessa donde si evinca l'orientamento che guida la nostra scuola, quella che avete scelto per i vostri figli.
Stiamo colorando i nostri spazi letteralmente e metaforicamente perché  possano essere a misura di bambino, stiamo potenziando le infrastrutture educative dell'arte, della musica, dello sport e delle discipline STEAM per traghettare talenti e attitudini nel solco della cittadinanza attiva. Ogni giorno rinnoviamo il nostro impegno e la nostra professione di fede, perché la scuola è
il luogo di crescita più importante dopo l'ambiente domestico; per questo, alla sacralità dei valori dell'inclusione, dell'uguaglianza e del benessere psico-fisico, si accompagna la doverosità di rispettare la regola come confine invalicabile tra diritti e doveri reciproci.
Durante questi primi sei mesi insieme, ho ascoltato le vostre voci, i vostri bisogni e, soprattutto,  anche le critiche costruttive, perché siamo una comunità di apprendimento che cresce nella condivisione.  Ciononostante,  paleso un vivido rammarico per talune condotte di prevaricazione e disvalore da parte dei nostri alunni, dai più piccoli ai grandi, che denotano superficialità nelle relazioni con i pari e, talvolta,  anche nel dialogo educativo.  La scarsa cognizione delle conseguenze delle proprie azioni non è emendabile con l'alibi delle "buone intenzioni": dietro una bravata, c'è un altro che soffre, a volte in silenzio,  a volte chiedendo aiuto a voce roca. Le nostre iniziative per prevenire  e arginare  fenomeni assimilabili a bullismo o cyberbullismo o comunque denotanti malessere  e disagio sono state tempestive e contestualizzate e hanno coinvolto professionisti di elevata competenza, dalle risorse interne agli esperti esterni. 
È bastato agire con il protocollo "amor, labor, humanitas"? La risposta non è comprimibile in  monosillabi, proprio perché il dinamismo alberga nell'essere umano come  condizione ontologica e tra solchi di cura e premura è il tempo che restituisce i frutti odorosi alla terra. Non vogliamo dimorare in case di sabbia destinate alla dissolvenza, ma "farci ponti" tra passato e presente,  tra alunni e famiglie, tra aula e vita, come dita di mano intrecciate per porgere fiori. E persisteremo fintantoché non avremo raggiunto il nostro obiettivo: sradicare l'indifferenza e la desertificazione affettiva, ma per farlo, abbiamo bisogno di voi tutti, abbiamo bisogno di chi affronti con coraggio le verità acerbe senza censure, di chi non presuma di conoscere senza ombra di dubbio, perché anche l'alunno o il figlio esemplare può cedere alla tentazione di tradire se stesso e le proprie radici per conformarsi alla maschera del "più forte"  ed impugnare armi di demolizione della personalità. 
Non importa che l'anno scolastico sia terminato e che alcune colpe non abbiano il volto della responsabilità: ricominceremo senza dimenticare nessuno, senza condanne ma senza condoni con la "prevenzione universale, selettiva e indicata". Per questo, il mio appello/monito si rivolge a voi, affinché siate dalla nostra parte anche e soprattutto quando la coscienza impone l'azione correttiva e la deterrenza,  l'essere "all'antica"  per convertire in diniego il desiderio di accondiscendenza e in parole di marmo le carezze d'amore. È necessario coniugare la cura educativa con la promozione dell'autostima e del senso di responsabilità,  trasmettere la gratitudine per l'essenziale senza "esondare" nel bisogno capriccioso e consumistico del superfluo,  far capire che ciò che "riguarda gli altri" investe anche "me", che il coraggio di ammettere le colpe e di dire la verità ci rende eroi, ma senza palco perché qui va in scena la vita vera e chi colpisce di spada, ferisce davvero.
Aspettare domani,  sarebbe già troppo tardi: abbiamo il dovere di intervenire ora, prima che il silenzio si volga in acquiescenza.


La vostra Dirigente Scolastica
Prof.ssa Ilaria Di Leva